Contributo critico

Commento su F.B. dopo la visita alla mostra mia e di Claudia Corradini a Castel Bolognese

Ieri pomeriggio ho assaporato il piacere della liberta’  mentre visitavo la mostra di pittura di Marisa e Claudia , nella sala espositiva di Castel Bolognese. Come una volta, sentire il gusto della diversita’  delle forme dell’arte, soffermarsi con curiosita’  ad osservare le pennellate lievi e trasparenti che raccontano luoghi e svelano sentimenti nella delicatezza delll’uso dell’acquerello come Marisa sa fare. In contrasto la forza del colore e l’energia del segno a descrivere la ricchezza cromatica della natura con la mano di Claudia.

Anna Casadio settembre 2021

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Commento su F.B. per il quadro : AUTUNNO MALINCONICO

Un velo di liquida trasparenza, un tenue respiro…

Anna Casadio marzo 2021

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Commento sul sito a : CAMMINANDO LUNGO IL FIUME

Gli alberi cosi’ (in tutti i dipinti) solo in natura ! Eccezionale!

Peppino Vasile 11-7-2020

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Commento sul sito  a : PROFUMI DI PRIMAVERA

Vedi uno scorcio della natura e dici sembra un dipinto , vedi un dipinto e dici sembra vero. Non pensavo che con gli acquerelli si potesse esprimere tanto ! Veramente Brava! Mi piace. I miei complimenti e tutta la mia ammirazione.

Peppino Vasile      11-7-2020

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Commento su F.B. per il quadro:

QUANDO S’ANDAVA A PIEDI        2017

(e ogni sentiero era importante)

Credo che si possa scrivere una poesia anche cosi’ …. !

MAURO  FABRIZIO –     ROMA   –    PITTORE (acquerellista e non)

Luglio 2020

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Commento su F.B.  per gli acquerelli esposti a CONFRONTI 2019 -COTIGNOLA

…………    La delicatezza dell  ‘  insieme e l’  accuratezza del particolare ti invita ad entrare nel dipinto come fosse reale dilatandone lo spazio e assaporandone le sensazioni che trasmette.

Rita  Bisi

Faenza, 29 marzo 2019

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Commento  sul sito  a “PRODIGI DELL’INVERNO”

Dire di un dipinto come questo, e come di gran parte degli acquerelli di Marisa Faccani, che e’ bello  , e’  scontato e addirittura riduttivo. Si puo’ , per tentare di esprimere il gradimento ed il piacere per l ‘ emozione che inducono a guardarli, usare il superlativo assoluto, (piu’ di cosi’  manco si puo’ ), e dire:   e’  bellissimo, ma anche questo non basta. Personalmente, per apprezzare e riferire la bellezza che riscontro in tali opere, e quanto esse mi emozionano azzardo a dire che mentre ella dipinge, in si’  fatta maniera, le accompagna la mano e la mente, invisibilmente direttamente il Padreterno, che tanto e più’ puo’. Come si puo’, altrimenti esprimere tanta grazia, tanta sensibilita’ , tanta maestria e tanto incanto su di un piccolo foglio di carta? Esagero? Per me e’ cosi’.

Peppino Vasile

febbraio 2019

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CONCORSO : “STATI D’ANIMO ”  —  XIX PREMIO CITTA’ DI SAVONA

indetto dal Movimento :    ARTE DE XXI SECOLO

Acquerello monocromo seppia:  RITORNO DAL LAVORO   -2018   23X31

Giudizio espresso :

Una visione pervasa dalla malinconica rivisitazione di tempi andati, quelli della lentezza e della pesantezza del lavoro che nelle campagne accomunava uomini ed animali.

Par di sentire nel procedere dei due esseri uniti nello stesso destino di miseria il confortante profumo della terra.

Ottobre 2018

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LA NOSTRA TERRA

ATMOSFERE E EMOZIONI 

 di Livietta Galeotti Pedulli

LA NEBBIA

E alto, in cielo, scheletri di faggi

 come sospesi, e sogni di rovine         

e di silenziosi eremitaggi  ……

 A guardare la nebbia negli acquerelli di Marisa Faccani affiorano al ricordo i versi che alla nebbia ha dedicato Giovanni Pascoli, il piu’ vicino alla sensibilita’  contemporanea tra i poeti del primo Novecento. La nebbia magica che dipinge Marisa Faccani svela e nasconde insieme la realta’  sensibile. Mi affascina per quella incertezza che sa conferire al paesaggio.

Il tocco lieve suggerisce l’ ambiguita’  di un mondo che si crea e si cancella nello stesso istante in cui lo percepisco. Non ci sono confini: la mente ha libero corso per                                  l’ immaginazione.

IL CIELO

         Quanto spazio al cielo negli acquerelli di Marisa Faccani Il cielo ha una vita sua: non sfondo, ma elemento pulsante e commosso, respiro dell’ aria, che si illumina di leggeri bagliori o si colora di tinte mutevoli, s’ infittisce di ombre, o si stende libero e senza nuvole. Talvolta, addensato di nebbia, sembra invadere e penetrare ogni cosa.

Avvolto dal silenzio, il mondo di Marisa sfuma nell’ invisibile.

GLI ALBERI

         Nelle prospettive penetranti di Marisa Faccani, gli alberi segnano lo spazio con le loro presenze vive. Colonne del tempio della natura, radicati nella terra e protesi verso il cielo, la pittrice li coglie nel loro vario raggrupparsi, colorarsi, muoversi, estendersi e sfumare.           Li rappresenta talvolta morenti, poveri stecchi rinsecchiti al suolo.

Sa che anche gli alberi ” sentono “, come le altre creature. Rabbrividiscono nel gelo, sonnecchiano e si risvegliano, si fanno belli nell’ esplosione dei colori, s ‘ inchinano al Soffio di poesia   e di un Mattino di primavera.

L’ ACQUA. LA BARCA

         Lungo il Lamone, o nelle paludi del Delta, o sulle rive del mare Adriatico, più di una volta gli acquerelli di Marisa Faccani ci portano vicino all’acqua: “quel nulla d’inesauribile segreto” che Dino Campana chiamava “la regina del paesaggio”. Il tocco della pittrice ne segue lo scorrere, creando profondità, e la colora degli stessi colori del paesaggio affacciato alle sue rive, con effetti morbidamente sfumati. È acqua-madre, culla e riflesso per noi che la guardiamo. Laggiù, nel fondo, ci chiama verso il segreto della vita.

Sull’acqua ferma del Delta, fra le ”Nebbie dell’autunno”, Marisa rappresenta in un sapiente controluce le sagome nere dei pescatori immobili sulle loro barche. Tutto è vago: acqua, cielo e terra si confondono fino a perdere i loro contorni, avvolti e penetrati da una luminosità fitta e fumosa.

È una pittura a macchia, che la tecnica dell’acquerello sa rendere in modo emozionante.

Ripercorro più volte queste immagini: vorrei penetrarne la superficie e andare oltre, come capita sempre davanti alle vere opere d’arte. Vedo quella barca nera come metafora dell’esistenza, del porsi dell’uomo, piccolo, inerme, vagante, nell’immenso impenetrabile caos dell’universo.

“SEMPRE MI TORNA AL CUORE IL MIO PAESE…”

Ancora Giovanni Pascoli, per una serie di acquerelli monocromatici che Marisa Faccani dedica ai ricordi d’infanzia, quasi tutti ispirati alla vita contadina. La tinta spenta fa pensare alle vecchie fotografie, superfici sbiadite dove affiorano figure colte nell’umile e solenne attitudine del lavoro quotidiano.

I due contadini che recidono l’erba con la lunga falce, evocatrice di misteriose visioni del momento estremo. La donna che si incurva a tagliare la sfoglia sul piano della madia, tutta chiusa nel suo grembiule, nello scialletto che si incrocia sul petto, la testa avvolta nel fazzolettone ben calcato. L’uomo che cammina sul sentiero verso casa, affiancato dal grosso bue bianco, che gli è compagno nella fatica di ogni giorno: immagini dolci e tristi, che affievoliscono ormai nella sapiente resa pittorica di un mondo scolorito, che già non è più.

Faenza , aprile 2018

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Commento al sito

Un affettuoso saluto da un suo ammiratore ed estimatore, che ovviamente
non conosce. Ho scoperto casualmente i suoi lavori su internet e devo
dirle che mi affascinano.
Brava, brava, brava e complimenti!

danilo annoni

14 Gennaio 2015

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COMMENTO al sito

Marney Ward SFCA

Acquerellista canadese   ha scritto:

“Beautiful work Marisa, very uplifting and peaceful, I love the mood you establish in your paintings”

agosto  2013

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COMMENTO  al sito

……….. Il senso di quiete che traspare dai suoi lavori è profondo, intenso. La perizia, poi, nell’eseguirli è veramente lodevole. Hanno inoltre un pregio grande e raro: sono immediatamente leggibili ed indagabili.
E’ quello che penso.

Vittorio Petito pittore

agosto 2011

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Trasparenti  emozioni

di  Maria Grazia Morganti

 In questi acquerelli Marisa Faccani esibisce una riconoscibile cifra espressiva che, di volta in volta, aderisce al puro dato visivo, alla attenta riproduzione di luoghi e situazioni, oppure si abbandona ad una rivisitazione lirica della natura, colta nei suoi passaggi stagionali, capace di fare echeggiare in sintonia la sensibilità dello spettatore.

 Allora il colore, del tutto arbitrario, si sgancia da ogni naturalismo, per diventare puro veicolo emozionale, affidato com’è ai delicati passaggi tonali di queste atmosfere soffuse.

La raggiunta padronanza della tecnica le permette ora di abbandonare la policromia per cimentarsi talvolta anche nei monocromi, in cui traspare un sentimento della natura depurato da ogni eccesso di realismo e si realizza consapevolmente il passaggio dalla pittura della realtà alla pittura della memoria.

Faenza, Giugno 2011

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Paesaggi dell’anima

di Santa  Cortesi

  Mentre scrivo queste note ho ancora negli occhi, nella mente e nel cuore ” una personale tutta per me ” degli acquerelli di Marisa Faccani che   ho visitato con vera gioia nella sua abitazione e studio .

 Da quattro anni vive una vera rinascita dopo il senso di smarrimento e di vuoto da …pensionamento  grazie alla ripresa di una dimensione artistica, individuata nella scelta congeniale dell’acquerello, forse sopita ma mai completamente abbandonata dopo l’eccellenza nel disegno dimostrata sin dal liceo scientifico nella quale però non aveva riposto una fiducia così piena da intraprendere studi artistici, ma, si sa , la vita descrive spesso curve inattese…..

 E’ una ricerca di bellezza e di armonia affidata alla tecnica romantica e ardua dell’acquarello che con “niente” (colori trasparenti stemperati in acqua su carta) ma con un sicuro governo di emozioni, mente e mano, crea atmosfere felicemente evocate, ricche di delicato lirismo e salva nelle loro risonanze e vibrazioni visioni, balenii di bellezza altrimenti perduti.

 La guida un amore appassionato per la natura che si traduce in un lavoro serio che nulla ha di hobbistico: sui luoghi di una vicina geografia prediletta (i paesaggi amati sono sempre anche paesaggi dell’anima) che spazia dalle colline alle valli, al delta del Po e che include anche il paesaggio urbano e non trascura quei tesori di fragile vita colorata che sono i fiori, Marisa sceglie inquadrature di cui conserva scatti fotografici che, oltre memoria e sentimento, sono la traccia per l’elaborazione in studio, soggettivamente  ricreata fuori del vedutismo per quanto serbi piena leggibilità.

 La felicità del taglio compositivo, dello scorcio, la resa di luci e del loro controcanto di ombre, la tavolozza ricca che sfuma terre di Siena e ocre e gialli o rosati nella resa di intonaco o pietra, smaterializzati in luce, che modula le infinite varietà di verdi e di azzurri sino al turchese intenso del cielo e del mare, che accende luminosi gialli autunnali e primaverili, o ricama stradette di grigio-bianco a evocare le ombre delle piante ai bordi, costituiscono la felice qualità di un lavoro creativo realizzato fra le pause necessarie dell’esecuzione, l’attesa paziente dell’asciugatura dei colori…sino all’esito di un terso nitore che sa trasparenza e levità.

 Si riscontra nel percorso di Marisa, oltre a una crescente sicurezza via via più scaltrita, una tendenza ad abbandonarsi a forme dai contorni irregolari a macchia rispetto alle rigorose geometrie di altre composizioni, e ciuffi e cespugli spettinati della vegetazione o minuscole orchidee di un ramo  o steli sottili di ginestrino paiono indici di un impressionismo più rapido e suggestivo verso il sogno di felici effetti di dissolvenza.

 Gli acquarelli di Marisa, nella fresca leggerezza e delicatezza che li connotano, prediligono il piccolo formato, ma ci sono esempi anche di proporzioni maggiori, eppure anche nei più piccoli si avverte il respiro grande della natura e dell’anima di chi sa coglierne la bellezza in tensione e in ascolto.

Esporsi significa superare un personale riserbo, avere il coraggio di uscire allo scoperto, ascoltare anche indicazioni e consigli con la necessaria umiltà, il che Marisa va facendo con una intensa  presenza espositiva in personali e collettive, e la partecipazione a concorsi ottenendo apprezzamenti e consensi che sono un prezioso valore aggiunto alla gioia impegnativa del creare.

 Vedo nella ricerca di Marisa il distillato esistenziale e pittorico di un’artista colta e sensibilissima nell’avvenuto recupero di un’ascendenza romantica evidente nelle scelte stilistiche e nella tecnica stessa dell’acquarello, ove il paesaggio familiare si fa visione e la pittrice guida anche noi  a percepirne con maggiore intensità la bellezza e il mistero, nell’attesa di senso e verità  che interpreta con delicate modulazioni di luce in rarefatte atmosfere, nell’accendersi di cromie rivelatrici delle stagioni, colte nell’ora in cui le cose paiono più vicine a tradire il loro intimo segreto.Lo svelarsi silenzioso della natura in sospeso stupore nel finissimo sfumarsi di luce e colore è la qualità alta di una resa di luoghi cari in comunione con il cosmo di cui gli spazi scelti, colline, valli, fiumi e mare della familiare geografia dove si vive, divengono simbolo e sintesi.

Così nasce e si svolge il rarefatto racconto di Marisa Faccani, vera sequenza di poesia per immagini, intessuto più con la forza smisurata del sussurro che con la debolezza scomposta del grido.

E l’opera riflette pienamente e rivela la donna nella sua cifra riservata: così dipinge, così vive.

 Faenza , Maggio 2009

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Prof. Alfonso Piancastelli 

 La strada intrapresa da Marisa Faccani è una delle più difficili e piena di ostacoli che un pittore possa scegliere; ma proprio nell’avvertire un preciso imperativo e nel non tirarsi indietro verso più facili e comode soluzioni , si può riconoscere spesso, l’animo di un artista.

E’  l’impegno , la tenacia profonda e voluta strenuamente, quella aspirazione verso il meglio per andare sempre più avanti e in alto, incurante delle cadute, pur di riuscire a strappare qualcosa di nuovo alla natura e fissare un lampo di bellezza.

Questa è Marisa Faccani.

Una pittura seria e levigata , espressa in toni di intensità delicata che rifugge dalle polemiche che dilaniano il mondo contemporaneo delle arti figurative e che preferisce rifugiarsi nel suo mondo poetico ispirato alla natura.

Sono paesaggi di colline, di montagne, di campagne dove i colori usati si legano fra loro, sono paesaggi puliti e lirici e il sensibile animo femminile di Marisa Faccani sa immergerli in una atmosfera suggestiva, silenziosamente suggestiva.

Faenza ,   settembre  2007

2 risposte a “Contributo critico”

  1. Mentre mi gusto un caffè al bar Verdi di Imola, scorgo sulle pareti delicati acquerelli che mi evocano luoghi visitati in una memoria lontana, tenera, che sa di casa, di affetti … poi l’autrice :Marisa Faccani. Rivedo una ragazza bruna dallo sguardo intelligente e aperto, appassionata di matematica che abitava,come me, a porta imolese nei pressi del Tondo. Faenza, le mie radici. Sei tu quella Marisa che io ricordo? A quei tempi io abitavo in corso Mazzini 118 dove i miei genitori gestivano un alimentari. Questa mail semplicemente per dirti che i tuoi acquerelli mi hanno trasmesso emozioni e vibrazioni positive. Grazie di cuore. Anna Casadio

  2. Marisa cara, sei passata da un livello semi-infantile degli anni 2006-7, ad un livello mondiale di questi ultimi anni, dove arriverai in futuro se continui così? e speriamo che arriverai dove arriverai dipingendo Roma a Venezia

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